venerdì 17 giugno 2016

Fillossera vino

L’azione distruttiva del parassita ebbe come conseguenza la necessità di ricostruire completamente il patrimonio viticolo del continente, dividendo di fatto la storia del vino e della vite in due periodi, il periodo prefilosserico e quello postfilosserico. Innesti di vino e cultura. I vitigni a “piede franco” Vi sono tuttavia dei particolari episodi di resistenza alla fillossera anche sul suolo italiano. Fillossera È un insetto che danneggia foglie e radici della vite. Il vitigno detto Fortana, caratteristico delle province di Modena e Ferrara,è uno dei pochi vitigni “franco di piede”: che conserva cioè il piede originario della vitis vinifera europea.


Quando parliamo di vini “pre- fillossera ” ci riferiamo ai vitigni ultracentenari che sono sopravvissuti a questa calamità.

Non a caso molti di questi vitigni sono siciliani, dove la morfologia del terreno era idonea ad annientare il parassita. E’ una malattia indotta da un insetto parassita, e purtroppo il terrore appare sempre giustificato, dato che la vite è pianta vulnerabile, ed esige instancabili verifiche e “manutenzioni”. I suoi nemici non sono soltanto gli afidi della fillossera , essa infatti teme anche vari funghi (l’oidio, il mal dell’esca e la peronospora), un fitoplasma detto flavescenza. Ma tutte queste forme si trovano soltanto sulle viti americane, dove la fillossera compie il suo ciclo biologico normale.


Ciclo della fillossera. Per combattere la fillossera i coltivatori hanno tentato numerosi rimedi, ma la svolta si ebbe soltanto quando il botanico francese Jules Émile Planchon scoprì che alcune varietà di viti americane (Vitis berlandieri, Vitis rupestris,Vitis riparia) erano immuni all’infezione. Ci è sembrato doveroso prima che simbolico elevare questa data a nome di questo vino.


Le viti franco di piede, cioè non innestate su radici americane, le uniche a resistere alla terribile piaga della fillossera , sono ormai rare nel pianeta e costituiscono l’ultima testimonianza di una viticoltura storica e autentica nel senso più.

La “ FILLOSSERA - PHILLOXERA VASTATRIX “, dal greco”PHILLON - foglia” e “XEROS - secco”, è un micidiale parassita che manifesta tutta l’intrinseca drammaticità in quanto attaccò sistematicamente i vigneti del vecchio continente, cioè l’Europa, dopo aver fatto “tabula rasa” dei vigneti coltivati nelle Americhe ed in altre zree coltivate. Vino rosato secco da uve Liatiko, vitigno autoctono di Creta. Da viti vecchie più di 1anni pre- fillossera. Vino secco, potente, vitale che rappresenta al meglio le caratteristiche del terroir del monte Kedros, nella Creta centrale. Come mai, in un mondo dominato da portinnesti tolleranti e in cui il problema della fillossera sembra essere sotto controllo, si dedica così tanta attenzione al piccolo insetto?


Lo abbiamo chiesto ad Astrid Forneck, responsabile del gruppo di ricerca sulla fillossera presso l’università di Vienna. Tali fatti innescarono la prima, e imponente, ristrutturazione del vigneto europeo. Tra queste specie fu importata anche la “vite americana”. I viticoltori non devono indugiare ancora ma iniziare la ricostruzione con le viti innestate su piede americano.


Quelli che non sono stati ancora colpiti devono invece essere pronti per il futuro. Quando la piaga della fillossera mise in ginocchio la viticoltura mondiale, nella seconda metà dell’80 sull’Etna iniziò un nuovo e importantissimo “periodo del vino ”. Per inspiegabili ragioni l’insetto della filossera, infatti, non risciva ad infettare le viti coltivate sul suolo vulcanico. Vitis che attacca le radici delle specie europee (Vitis vinifera) e l’apparato aereo di quelle americane (Vitis rupestris, Vitis Berlandieri e Vitis Riparia). Alcune tecniche colturali vennero adottate soprattutto in funzione della tipologia di vite, di suolo e di impianto.


Vino un tempo diffusissimo, attualmente dimenticato. Più gentile del Clinton. Tutti gli appassionati di vino sanno che la fillossera distrusse gran parte del vigneto europeo alla fine dell’Ottocento.

Una fase oscura per la storia dell’enologia europea che ha inciso pesantemente sulla fisionomia del vino contemporaneo. Perché è questo che vuol dire quando si dice vigneto pre- fillossera , viti che hanno superato abbondantemente il secolo d’età e che ancora oggi donano i loro frutti prodigiosi come facevano un tempo quando furono piantate. La fillossera era dunque ormai ben presente anche nel parmense, purtroppo. Archeologia, natura, vino e terracotta nella visita di Parisi a Bosco de’ Medici.


Tagged with fillossera. Abbiamo fatto del vino naturale? So che le uve le abbiamo prese in vigna e io, in natura, una vigna non l’ho mai vista.


L’attività di famiglia si consolida e continua a crescere. Sono anni molto importanti anche per il vino : parte il progetto Enantio, una grande sfida vitivinicola per il recupero di un vitigno unico al mondo, autoctono e storico della Valdadige, resistito alla fillossera tra l’8e il ‘9d. IL VINO NELLA STORIA PIEMONTESE. Il vino è bevanda quotidiana nella maggior parte dei Paesi Mediterranei e ne percorre tutta la storia sin dagli albori della civiltà.


Documenti in materia sono presenti in grande abbondanza sia per quanto riguarda testi specifici, che nel mondo della letteratura in generale.

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